Tempi moderni

Produrre, produrre, produrre.

Inizio a essere incompatibile con questa definizione. Almeno finché qualcuno non mi spiegherà il vero Perchè. Non il solito. Il vero.Ma non è polemica. E' che semplicemente io vorrei solamente capire, sapere. Il lavoro nobilita l'uomo, ne sono fermamente convinto. Ma questo non è lavoro. E' alienazione. E' "meccanismo". La Ricerca è lavoro. Difficile, te la rendono impossibile praticamente. I servizi pubblici sono dei lavori. L'agricoltura è un lavoro. L'artigianato è un lavoro. Per carità, anche il lavoro in fabbrica se staccato da un contesto ultra-capitalista è un lavoro con la L maiuscola.

Ma un commerciale che fa?

Un agente di borsa che fa?

Un notaio che fa?

Un agente di credito, un commercialista, un consulente, un opinionista? Che fanno? qual è il loro lavoro? La sostanza del loro lavoro? E' passato nell'immaginario collettivo che un operaio non produca, che il suo lavoro sia minimo. Ed è ormai prassi che gli operai considerino il lavoro che svolgono come un qualcosa che non appartenga loro. D'altra parte le persone che ora producono, la "classe" di uomini che oggi producono, mantengono gli altri, tirano la carretta dite come cazzo vi pare sono i primi..e non gli operai.

Ma realmente…a fine giornata…cosa rimane del loro lavoro. 

Aria. Fuffa. Nulla. Rabbia, forse. Nervoso, sicuramente. Scaraventato su chi poi chissà. (vedere ogni santo dì..)

E io?

Io sto lavorando? A me cosa rimane? Se faccio un disegno a casa com'è che ho la sensazione che la mia giornata sia servita a qualcosa mentre 8 ore di ufficio a picchiare le dita di una tastiera mi sanno di una cosa totalmente inutile?

E nel mentre…ci pisciano addosso, ma ci dicono che sta piovendo [cit.].

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