No, non è una brutta parola e nemmeno un’imprecazione.

Siamo a Parigi, nel 13° Arrondissement, quello di place d’Italie, o Gobelins.

Potreste anche viverci a Parigi, eppure continuereste ogni giorno a scoprire nuovi scorci o zone che non immaginavate affatto potessero esistere in una città del genere. La Butte (o il Butte) è una di queste. Difficilmente compare nelle 10 cose da vedere nella Ville Lumiere, ancora più difficilmente un Tour Operator ve ne parlerà. Verrete qui per due motivi: o vi siete persi, o siete degli inguaribili sognatori con in testa l’immutata idea della Parigi Bohemienne o della Parigi riottosa.

La Parigi dell’800 fu trasformata da Bonaparte III e dal Barone Haussmann nella città all’apparenza più borghese d’Europa. Via i quartieri medievali del centro, le strette viuzze, focolaio di povertà e di crimini. Via il “ventre molle di Parigi“, largo ai boulevards così come li conosciamo oggi. Rivoli, Les Champs, Massèna, Diderot. Eppure si scordò di questa collina, appena aggiuntasi alla municipalità parigina.

Era un piccolo villaggio rurale sulla riva di un fiume, contadini prima, operai dopo. Ora non rimangono nè fiume nè mulini o fabbriche di mattoni, ma la vocazione operaia quella sì, assieme all’aria rurale. Piccole stradine lastricate a ciottoli si inerpicano sulla collina. Non sono tante vie, ciò nonostante la strategia migliore come serve è perdercisi dentro e stare con il naso all’insù. Due cose noterete: i palazzi ancora in stile Art Nouveau originali e una Street Art moderna ma perfettamente inglobata nel quartiere.

Molti di voi si saranno persi nella Belleville di Pennac, ma quella era la Parigi degli anni 80-90. Non rimane quasi più nulla in quel quartiere. Se cercate qualcosa di simile dovete venire qui. Non sentirete il chiasso della città, il traffico, il rumore della folla sempre di corsa. Avrete il desiderio di provare tutte le panchine per la semplice soddisfazione di riposare un po’. Noterete le piccole brasserie e i barettini lungo Place Verlaine. I prezzi qui non sono malaccio, in media leggermente più bassi. Vino gentile, sguardi generosi. (Forse era il contrario). Con una decina di euro si riesce anche a pranzare, non male per Parigi. Non ci si può non fermare da Chez Gladines. Non si può prenotare e farete un mucchio di coda, ma aspetterete il vostro turno bevendo del vino rosso non male e chiacchierando con altre persone. Son poche le trattorie come queste a Parigi.

Qui rimane quel sentimento di lotta e di rivolta tipico del popolo parigino. E’ qui la sede dei Les Amis de la Commune, l’associazione che mantiene vivo il ricordo della gloriosa Commune de Paris. Sono ormai simpatici ed arzilli vecchietti con una piccola sede proprio in Place de la Commune. Sono sempre aperti, vi inviteranno a entrare e a bere un bicchiere. Ogni settembre risvegliano il quartiere con la festa della Commune. Qualche ora di festa per ricordare invece la semaine sanglante. Fu qui che si combattè una delle più sanguinose battaglie fra comunardi e versagliesi. Finì con la resa e la fucilazione immediata, strada per strada, dei comunardi. E’ qui che si può e si deve sentir ancor cantare le Temps des Cerises o La Folie en Tête. Ancora oggi ci si chiede cosa sarebbe potuto accadere se quell’esperimento avesse funzionato.

Oggi è un altro esperimento che funziona. Quello della Street Art. Intendiamoci, a Parigi non è rara, ormai è quasi attrazione turistica. Tuttavia in questo quartiere il mood è un po’ diverso. E’ una palestra. Non ci sono aree definite, forse nemmeno un’idea. Forse quello che si può notare è che qui i graffiti “fioriscono”. C’è una sorta di disordine, Girate il quartiere, ve ne accorgerete. Vedrete graffiti sul bordo del marciapiede o in alto, sulle mansarde. Non è affatto una vetrina, è stata scelta come casa da numerosi artisti: Miss.Tic, Seth, Zabou, jaeraymie. Niente di scontato, fidatevi.

Vi capiterà di andare a Parigi, almeno una volta nella vita tutti ci vanno. Fate questa scelta, prendetevi una stanza o un alberghetto qui. C’è sempre la Metro per arrivare nei classici posti. Immergetevi davvero nella quotidianità parigina vivendo qualche giorno da queste parti. Vedrete la città con un occhio diverso.

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