5 anni fa mi aggiravo, disperso nella nebbia nei dintorni dell'autostazione di Modena. "Prendi il 9 e fermati in Via Tito Speri", mi dissero…e io, noncurante, stavo invece dirigendomi a piedi verso il Grandemilia dicendo fra me e me: "avrò mica fatto una cazzata?".

Avevo studiato negli ultimo periodo solo per questo, era il mio obiettivo. Vedevo i miei giorni nell'isola limitati, chiusi in se stessi. Belli, ma incompleti. Neanche a dirlo, isolati. Iniziavo a conoscere le persone dall'altra parte del mare, a leggere, a voler viaggiare, a scontrarmi con un mondo che riconosco ancora oggi come non mio. C'era tutto un "giro" che volevo vivere al di fuori e finii per dimenticarmi delle semplici cose dell'isola. Oggi, mentre tra un piuomen e una branda si preparava l'accampamento invernale realizzavo queste cose e che 5 anni fa su quella brandina ci dormivo io, desideroso di chissà che cosa. E il secondo dopo realizzavo che a parte pochissime reali felicità non ho ottenuto quasi niente. Anzi forse sono stato anche talmente idiota da trascurare quello che mi stavo creando per cose futili e inutili.

Forse è l'anno dei 30 che inizia a mettermi questi pensieri, forse le trame degli ultimi 10 anni di film italiani hanno alla fine un senso. Come sono rientrato in casa ho guardato la stanza. Un vecchio cappello della Guinness impolverato, una porta ricoperta di flyer e volantini presi o rubacchiati in giro per l'Italia, un giradischi vecchio ma stupendo, libri a non finire, foto, quasi-dipinti, diversi biglietti di concerti, poster presi anch'essi in giro per l'italia, strappati magari scendendo di corsa da una macchina in Brianza, flauti, una bellissima casettina con dentro le mie cosine.

Ecco.

Quella casettina. Ci sono Io. C'è il mio presente, il mio passato e forse c'era anche qualche piano futuro. Quante di quelle cose ho trascurato nell'ultimo anno? Quante di quelle persone in qualche maniera rappresentate? Quanto di me stesso? Cosa è cambiato a tal punto da "isolarmi", da farmi diventare davvero un introverso?Un conto sarebbe vivere in Rue des Trois Freres a Paris, ma sto a Modena e avrei un mondo intorno. 

Ho riletto un pò il sito oggi, che era un blog, a suo volta preso da un altro blog. E' nato praticamente nel 2004…c'è dentro tutto di me, non gli ho mai nascosto nulla. Eppure da qualche tempo non riesco più a scrivere come prima. Da quando? Un anno e mezzo. Da quando non riesco più a sentire le mie cose come realmente parte della mia vita? Un anno e mezzo. Vorrei in qualche modo no fosse cosi, ma lo è. E' inevitabile. Laurearsi è davvero cambiare un pò dentro. Mettersi a lavorare sul serio ancora di più. Per dio, non rigetto nulla. Dovrei baciarmi i gomiti, ho un lavoro, e sono consapevole che nella zona in cui abito, per il mestiere che faccio e per il periodo che si sta passando è meglio di tanti altri. questo però non vuol dire che sia necessariamente il migliore in circolazione. Anzi. Inutile nasconderlo ma specie ultimamente non lo sopporto, e non vi sopporto nessuno. E' un mondo che ancor più di questo non mi appartiene. Parliamoci seriamente, non me ne frega proprio nulla di aggiornare una Provincia, di fare un' analisi per un'altra, rispondere, preoccuparmi di un cliente. E' che lo devo fare. E basta. Tanto, lo scopo è solo uno: profitto. Mascherato ovviamente dal fatto che lavorando per le PA si realizzao servizi. Verissimo, infatti non fosse cosi da quando avrei tagliato la corda. Ma anche in questa situazione non mi piace proprio. C'è questo sentimento latente e invisibile di persone che sornione pensano "Eheh…che figata che ho appena fatto, e con quello che ho fatto guadagneremo soldi". Alla fine è questo, soltanto questo lo scopo di 8 ore. E cosa rimane. Per gli altri non lo so e non mi interessa, per me nulla. Nulla. Continuo a vedermi da altre parti.

Nello stesso tempo però mi rendo conto che questa situazione mi ha tagliato le gambe in qualche maniera. Ci sta che si torni a casa e non si abbia voglia di fare nulla se non coricarsi. Ci sta, può capitare. Ma non ci sta che si torni a casa e si perda l'interesse in ciò che prima erano i propri interessi. Da quando non tocco un flauto? E la fisa? E le clave? E le pallette? E i "viaggi"informatici? E i viaggi alla cieca per trovare gli amici? E i concerti un paio di volte a settimana? E un pub? Dio, un pub? Forse sono riuscito anche a tagliare dei rapporti consapevolmente o inconsapevolmente. 

Vero è che non è possibile paragonare persone e situazioni a distanza di 5 anni: Si cresce tutti e le cose per forza di cosa cambiano. Però forse ora è un pò troppo. Di solito in questo periodo parte il toto-propositiperlannonuovo…io non so cosa voglio quest'anno. Cioè in realtà lo so, ma la mia ultima parte indolente mi spinge a dire il contrario. Lo saprei in realtà…non vorrei un ritorno al passato, questo no. Anche se mi manca tremendamente. Però c'è da dare una svolta..non necessariamente all'improvviso o un salto nel buio (che so già che mi bloccherebbe sin dall'inizio epr come sono fatto) ma magari a passi, iniziando a prendere un pò più confidenza con ciò che ho lasciato da parte.

Tra i tanti ricordi letti nel blog è spuntato anche il testo di una vecchia canzone:

So some things in life are bad,

they can really make you mad,

and other things just make you swear and curse.

When you're chewing on life's gristle,

don't grumble, give a whistle.

And this will help things turn out for the best.

And..

2 Replies to “Piani Quinquiennali”

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