Sò morti sopra brande d’ospedale,
Sò morti pe’ la strada e all’autogrill,
Il braccio armato dello Stato infame
Senza vergognasse li ha lasciati là.
Erano poco più che ragazzini,
Erano tutti figli come noi,
C’hanno lasciato tanto da lottare,
Le lacrime di ieri sò rimaste qua.
 
Figli di questa Italia maledetta,
Figli di questi anni amari e bui,
E chi pulì quel sangue in tutta fretta,
Quei bei sorrisi non cancellerà.
E la faranno franca come sempre,
Godranno della vita in libertà,
Diranno che fu solo un incidente,
E quel dolore atroce, chi lo porterà?
 
Lo porterà la gente sulle spalle,
A monito del tempo che verrà,
E se ritornerà la bestia umana,
La gente tutta unita la combatterà.
Sò morti massacrati dalle botte,
Un colpo in testa li ha lasciati là,
Il sangue li ha riuniti nella pace,
Sò morti dentro il fiore dell’età
 
Figli di questa Italia maledetta,
Figli di questi anni amari e bui,
E chi pulì quel sangue in tutta fretta,
Quei bei sorrisi non cancellerà.
E la faranno franca come sempre,
Godranno della vita in libertà,
Diranno che fu solo un incidente,
E quel dolore atroce, chi lo porterà?
 
Non è che ci siano tante parole se non le loro, quelle del Muro del Canto, gruppo romano di difficile definizione. Folk-rock non renderebbe giustizia, tanto vale cercarseli o se si ha fortuna beccare un loro concerto, un'esperienza di  partecipazione davvero rara di questi tempi. Anche nelle band che fanno dell'impegno sociale la loro bandiera (o il loro guadagno).
Questa è "Figli come noi", un progetto musicale il cui ricavato andrà ad A.C.A.D., l'Associazione Contro gli Abusi in Divisa. Per intenderci, quella che prova a dare voce ai vari Sandri, Uva, Cucchi, Giuliani, Aldrovandi. Sul sito ufficiale si può approfondire.
Si deve approfondire.

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