Di ritorno dal Piemonte ieri ho buttato giù qualche frase. Avevo bisogno di tirar fuori quello che mi girava per la testa ma non sono uno che in treno si mette a chiacchierare..e cosi ho dato un pò sfogo alla penna. Oggi ne avrei per altre 10 pagine. E' difficile riordinare i pensieri dopo questi giorni..Da un lato la fiducia nelle persone che hanno marciato sabato. Eravamo 75000, cosi dicono..non so se il dato sia reale o meno..ma eravamo tanti..io non vedevo ne l'inizio ne la fine..ma ricordo i colori, le mani strette, le risate e i discorsi. E il profilo di una valle che la sola ipotesi di brutalizzarla dovrebbe far esclamare "ma che cazzo stiamo facendo".

Dall'altro la completa sfiducia invece nello Stato  e nelle sue Istituzioni. Non è tanto l'argomento " A che serve la Tav" o meglio " A CHI serve la TAV"..ci sono 150 buone ragioni per scoprirlo e le risposte sono le più scontate come sempre. E non voglio neanche intraprendere un discorso su quale debba essere l'Istituzione più giusta (semmai Istituzione ci debba essere).

E' che ci viene detto che siamo in Democrazia, che viviamo in uno Stato di Diritto, dove la Costituzione regola la convivenza civile. Ma la realtà dei fatti non è cosi.

Oggi un contadino, un piccolo imprenditore se vogliamo, ha visto completamente calpestato il primo articolo della Costituzione. I suoi terreni sono stati occupati illegalmente. Ha protestato! Ha urlato. Voleva far conoscere a quelli che, come lui, hanno a cuore questa Valle cio che stava ILLEGALMENTE accadendo. E' stato inseguito dalla polizia. E' salito su un traliccio, gesto eclatante, e forse dovuto anche a un pò di timore (la storia insegna che se ti insegue la polizia, anche se non hai fatto un cazzo una manganellata o una pedata in faccia te la prendi). In cima, inavvertitamente o con uno scopo tragico, è venuto a contatto con i fili dell'alta tensione.

E' in ospedale, in coma farmacologico. Con la Digos che piantona (dove cazzo può andare pezzi di imbecilli!). Continua in qualche modo a lottare.

Ecco al punto in cui siamo. Siamo al punto in cui lo Stato ha perso il controllo. Questa è la verità. Lo può mantenere solo con la minaccia. I politici ormai sono su un altro pianeta, completamente staccati dalla realtà del paese. E' proprio lo Stato invece che contro pensionati, studenti, contadini e bambini manda la polizia in tenuta anti sommossa. Non ci siamo. Se il metodo per contenere l'ordine pubblico è provocare per avere poi la scusa di tirare qualche manganellate allroa vuol dire che lo Stato, cosi com'è, ha fallito. Non è Democrazia questa. Non c'è niente di più lontano. E ormai è lontana anche la patria che la Democrazia l'ha esportata nel mondo. E' difficile anche pensare che si possa in qualche modo sbloccare data la totale inerzia e mancanza di impegno o perlomeno di curiosità dei miei coetanei, per i quali la figa di Belen o il Fantacalcio costituiscono le priorità che regolano i propri discorsi.

Non c'è popolo che si lascerebbe mettere le mani in testa cosi. Tranne noi. Noi non siamo un popolo. L'Italianotto millanta conoscenze costituzionali ma è capace solo di tirar fuori la notizia del giorno davanti alla macchinetta del caffè. quello è l'impegno medio di un ragazzo di 30 anni.

Sono pensieri sconnessi quelli di oggi..sarà l'ora o sarà molto probabilmente un senso di sfiducia permanente…

Canzone del Maggio – Fabrizio de Andrè

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