Come a spezzare la costa.

Arrivo alla mancanza fisiologica di questa terra durante l'anno. Anche alla mancanza delle persone, parenti e non. Il fatto di non sentirmi ancora "arrivato" in nessun posto e l'avere lasciato tante esperienze qui contribuisce a farmi sentire straniero durante tutto l'anno. Finora tornavo per respirare nuovamente. Ma non serve più. E' un periodo strano dove mi sento un pò staccato da tutto e dove soprattutto mi accorgo di stare facendo poco o nulla nella mia vita. Il lavoro aumenta questo vuoto. E mille altre cose mi rendono "isolato" da tutto ciò che accade intorno e insofferente nel non riuscire a contribuire sulle cose che sento veramente come importanti.

Tornare qui però, e sentirsi totalmente fuori posto per la prima volta non me l'aspettavo. No c'è un singolo episodio. Son tanti piccoli modi nell'affrontare la vita di tutti i giorni. Ho sempre detto che qui si vive meglio, più tranquillamente. Quest'anno penso che qui in fondo si vive un pò come da tutte le altre parti, apparentemente con più calma, ma con una sostanziosa dose di vittimismo nei confronti del mondo in quanto isolani. C'è sempre un pensiero dietro che sussurra " a noi ci penalizzano perchè sardi". E non riesco a sopportare più neanche le bidde con le loro storie e i loro pettegolezzi, l'andare al mare e avere da dire con tutti i vicini di ombrellone, la mancanza di argomenti per una discussione interessante, la convinzione che ciò che è di bidda è più buono sicuramente di tutto il resto, i discorsi della serie "deu du sciu" quando non si mai preso un aereo e non si è mai viaggiato al di fuori della provincia a momenti, il prendersela con il politicante di turno dopo averlo votato, rivotarlo alle elezioni successive e chiedersi "chini gazzu du votada a cussu calloi", la mentalità di non porsi mai, neanche per un istante dalla parte del torto o comunque provare a mettere in dubbio la banale quotidianità che si vive, della serie "io mangio carne = per tutti è giusto mangiare carne", "uso/compro questa cosa = tale cose è su mellusu chi c'adi", "de is attrusu non m'indi pottada nudda, deu sciu su miu". Non li sento da tutti per carità, ma quest'anno purtroppo li ho sentiti spesso. E mi hanno fatto male. La causa..bah..tante..è un'isola in fondo..totalmente staccata e disinteressata a ciò che accade nel mondo. Persino chi va in Africa come "missionario", torna e fa le battutine razziste sui "nieddeddusu".  Ma l'essere isola non giustifica più nulla. Siamo in un periodo storico dove ci si informa, si viaggia,si discute a livello globale e si cerca di agire a livello territoriale. Qua no, siamo ancora al livello che se si attacca un PC ad internet tutti si mettono attorno a guardare, stile televisione nei bar degli anni 50. Manco sanno i sardi di avere un polo tecnologico a Cagliari all'avanguardia e avere nell'Università professori che sono stimati a livello internazionale. Leggevo oggi che una persona come Pinuccio Sciola, uno che in fondo ha conosciuto gente come Siqueiros, è stata bistrattata per ignoranza dai suoi stessi paesani e per colpa di questi stessi paesani uno dei miei paesi di origine non ha il riconoscimento che gli spetterebbe. A livello culturale, perchè se parliamo di meriti in altri campi…no. E il brutto è che ho quasi l'impressione che alla maggioranza questa situazione piaccia. Inoltre l'estate sarda, e specialmente quella cagliaritana e dell'hinterland (anche qui si tratta del mio paese di origine), è sconvolta e in preda allo scandalo di due case abbandonate e allo sfacelo date a qualche famiglia di nomadi, storicamente accampata su una delle statali attorno Cagliari. 

Dio ce ne scampi e liberi. Il finimondo. Frasi come "non sono razzista ma.." sono all'ordine del giorno. I commenti dei più velenosi e dei più ignoranti. Mai avrei pensato che potesse accadere un simile putiferio. Siamo peggio dei commenti più leghisti che io abbia mai sentito ( e del quale i sardi si sono sempre lamentati). Persone che vanno in Chiesa quasi tutti i giorni a momenti e farsi togliere chissà quali peccati, a pregare chissà quale Dio, che si scagliano con violenza pura e con sarcasmo della peggiore specie  contro queste famiglie non conoscendo i loro componenti, la loro cultura, la loro storia in Sardegna, le loro condizioni di vita per anni in una statale, le loro storie personali, il loro lavoro, se pagano o meno qualche tassa, se i figli vanno a scuola o stanno sempre in giro magari a chiedere l'elemosina. Non sanno niente di tutto ciò. Sono zingari e vanno tolti dal paese. Che se li prendano gli altri. Nella migliore della classica rappresentazione di un paese bigotto e razzista.

Son come piccole pugnalate in pancia, una più dolorosa dell'altra. Le stesse persone che non si occupano di attaccare invece chi sta affamando gli Stati, chi calpesta i diritti delle persone in centinaia di zone del mondo e dell'Italia stessa. Le stesse persone a cui senza giri di parole non frega un cazzo di ciò che accade al di fuori del proprio Comune, e che non sa neanche in realtà le decisioni prese in consiglio Comunale. Le stesse persone che difendono un demente come Doddore Meloni, che scalda tanto gli animi finto-indipendentisti dei sarda e poi froda il fisco per soli 6 milioni di € e rotti. Soldi anche dei sardi. E per fortuna un detto di qua dice "A su mobenti sardu d'incullanta una borta scetti". Mai detto fu più falso nella storia popolare. I sardi si fanno infinocchiare ogni giorno da tutti e si infinocchiano anche a vicenda come dimostra questa storia. Ma niente loro vanno imperterriti per la loro strada, convinti di essere sempre nel giusto, che il bracconaggio faccia bene alla fauna, che le bombe nella pesca le usano tutti, che la cosa di Continente non è buona e che gli zingari sono zozzi e pudesci. E se non sono gli zingari sono i senegalesi che rompono i carrelli dei supermercati, o sennò sono i cinesi che aprono la bottega in paese, o sennò sono i marocchini che non si lavano. Ce n'è per tutti. Razzismo della peggior specie.

Sono abituato di solito a parlarne bene, spiegando una realtà che è differente da quella italiana, descrivendo i difetti e i tanti pregi che quest'isola ha. Ma questa volta non ne ho proprio la forza, perche ci sono fatti e comportamenti che nel 2012 non sono proprio accettabili o giustificabili e l'essere su un'isola non garantisce questo tipo di ignoranza. Vado via con una delusione immensa, sapendo di aver perso alcuni dei legami che avevo con questo territorio e con queste persone. Dentro, la mia piccola parte isolana urla di rabbia.

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