C'era qualcosa che mi sfuggiva in questi giorni. Una settimana infernale, inutile dire il motivo perché tanto è il solito. Una spossatezza unica. Poi il concerto da organizzare, il matrimonio,la domenica con i preparativi in corso.

Tutto sommato il weekend mi aveva ridato coraggio e stimoli per una meta che inseguo da tanto tempo. E il weekend si è concluso nel migliore dei modi, anzi forse poteva concludersi anche meglio se non fosse stato per quei pensieri che mi girano in testa e che dettano quel confine che DEVE essere superato al più presto, perché tanto entrambi è quello che vogliamo. Ma questi sono altri pensieri, altre pagine di questo blog.  Mi sono addormentato con la voglia di lei e con la voglia però di partire. 

C'era l'islanda.

La sveglia,il pattume da buttare,un caffè al volo e ho anche debellato la solita comitiva di formiche che tormenta la mia cucina. Prima o poi troverò quel dannato buco. [Cit.].

Poi arrivo a Malpensa. Mi aspettava un doppio volo con quella compagnia Low-cost in livrea "totale Orange". Scalo a Londra.

DELAYED. 

Molto peggio  che cancelled. Delayed ti lascia l'illusione di potercela fare con in aggiunta un' incazzatura fenomenale. Quale? Ovviamente il primo volo. Di quanto? Due ore e 40.Rapido calcolo, nella merda fino al collo. Il secondo volo parte da Gatwick alle 16.30, l'aereo arriverebbe alle 15.15. Scarsino, e devo anche recuperare il bagaglio e farmi dal South Terminal al North Terminal. Chiacchierata con qualche adepto della compagnia, non ancora nel panico. Ce la si dovrebbe fare. Imbarco lo zaino.Bulky luggage. E vabbè, sarà per i laccetti dello zaino,  ma questo fedele compagno di viaggio s'è fatto diversi voli senza essere considerato un Bulky luggage. Andiamo a portarlo al banco di accettazione relativo. Nel frattempo un misero voucher per mangiare. Mentre sgozzo un panino alzo per caso lo sguardo verso gli schermi. Altri 40 minuti di ritardo. Il panino non va più giù, lo stomaco si chiude. Salta tutto. A parte lo sconforto iniziale per una mezz'ora non sono riuscito ad incanalare un solo pensiero. Non ne avevo più voglia, sarebbe stato il terzo tentativo fallito di arrivare in Islanda. Torno a casa, mollo tutto per terra e dormo una settimana. Ho anche pensato alla fine che avrei avuto più tempo per riprendere un discorso iniziato la sera prima, la qual cosa non mi sarebbe dispiaciuta affatto.

Ma sapevo anche che me la sarei talmente legata al dito che avrei rinunciato all'islanda per sempre. Piuttosto il resto del mondo.

Quindi la girandola degli incroci aeroportuali. Altri voli della stessa compagnia,scalo in un aeroporto diverso,stare a londra qualche giorno e poi ripartire,approfittare di un volo precedente.Niente,nessuna soluzione. Alla fine,dopo essermi consultato con amici e parenti visto lo stato di depressione che stavo raggiungendo ho deciso per quella meno impattante dal mio punto di vista. Comprare un altro biglietto,salassandomi completamente. La pagherò nei prossimi mesi sicuramente. Ma in islanda devo arrivarci.  Internet Point,carta alla mano e icelandair.

Dopo i primi capogiri post'-acquisto rimaneva solo lo zaino da far sbarcare. Già ma come?mai fatto…banco informazioni della compagnia. Da lì nulla,mi mandano alla biglietteria. In biglietteria fanno solo biglietti che diamine possono saperne?e infatti mi mandano ai banchi del check-in. Dove nel frattempo sono in ritardo altri 3 aerei,gli addetti al check -in sono due (DUE!!!In quello che viene considerato il principale scalo nazionale) e davanti hanno almeno 200 persone con il pugnale tra i denti. Mi metto in fila,da bravo non-italiano,lascio  che tutti passino davanti,dietro,sotto,sopra come allo zoo.ma il tempo corre e le 3 ore e 30 di ritardo stanno per scadere. Vuol dire che il mio bagaglio sta andando a Londra. Poi forse l'unica botta di culo della giornata. Un ragazzotto della compagnia mi passa davanti in fila, lo abbranco per una spalla, scusandomi per l'irruenza e gli vomito addosso la mia situazione. Incredibilmente capisce tutto e nel giro di 20 minuti sono al nastro 1 degli Arrivi a vedere il mio zaino che gira sconsolato.

Ora devo solo attendere sino alle 23 e 40. Sono le 18 e 20, sarei arrivato proprio ora a Keflavik. Non è colpa degli operatori, forse neanche della compagnia per quanto essa abbia dimostrato una totale inefficienza in una situazione calda. Semplicemente non ci voleva proprio. "Così vanno le cose,così devono andare"

Arriverò alle 3 di mattina all'ostello, con al testa che ronzerà per la stanchezza. Per fortuna volevo partire con calma e riposato. 

Almeno arrivo e ci sarà già il sole.

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