All'inizio non vedi nulla. si apre un portellone e dal buio del garage della nave passi alla luce improvvisa del giorno.

Attraversi in fretta il ponte, ti metti in coda con le altre macchine. Riacquisti la vista e ti accorgi dell'ambiente circostante. Un piccolo paese nel golfo, colline un po' brulle, cielo terso e mare sullo sfondo.

Non è ancora la tua terra, non lo è mai stata ma l'aria è completamente diversa.

Fai la provinciale, sulla sinistra hai Tavolara, quell'enorme gianduiotto in mezzo al mare. Altre navi arrivano, attraccheranno ad Olbia. nel frattempo basta aria condizionata, tiri giù il finestrino.

Lentischio, cisto e rosmarino. Il profumo di tante giornate d'estate. E cicale…ovunque cicale. Un sorriso pian piano si fa strada.

Lasci Olbia e quelle località turistiche sulla Orientale Sarda. Non ti sono mai appartenute, la tua è la 131.

Fare la 131 è come fare una staffetta fra montagne. Montagne che hai visto, sulle quali hai piantato una tenda, sulla cima delle quali hai prima sudato e poi hai provato a misurare la grandezza di quest'isola, senza mai riuscirci.

A Siniscola lasci la costa, e porti la "prua" della macchina verso destra. Sud-ovest. 

I primi sono i monti di Alà e di Lodè. Sono quelli che fra due settimane ti saluteranno. Una valle verde e bianca, completamente coltivata. Non sembra neanche Sardegna. Lo spettacolo sarà al rientro, di sera. La vista di questa valle ti toglierà di colpo la stanchezza del viaggio ma ti lascerà la solita malinconia addosso.

Sollo sfondo intravedi il granito di Punta Corrasi. Un vascello, una vela. Sotto sai che c'è Oliena, dietro Calagonone e poco lontano le grotte di Tiscali. Sapore di maialetto. 

Tiri ancora più sulla destra. Salita, la Pandina che arranca un po' ma arriva l'Ortobene. Idealmente sie a metà viaggio, sei a Nuoro. Qui scollinerai. C'è sempre una sottile ironia nel leggere il cartello "Nuoro La Solitudine".

La discesa si apre avanti, il panorama anche perchè le montagne si abbassano e lasciano il posto alle colline. Sulla destra in lontananza hai il maestoso Monti Ferru. Conosci quasi ogni crinale, ogni sentiero. Tanti campi estivi, tante gite, ti ci sei persino perso con gli scout. Due volte. Le prime cotte, la notti sotto le stelle e sull'orizzonte il mare oristanese, il bue rosso sullo spiedo, il Casizolu.

indovini la forma del golfo di Oristano, la costa molto lontana sullo sfondo. 

Ti giri a sinistra: Monte Arci. Il primo, quello che ti ha fatto capire che la Sardegna non è solo il Poetto, Santa Margherita di Pula o San Sperate. La Sardegna è all'interno. In "Località Turistica Usellus". In quei borghetti di case ad un piano solo, mill abitanti al massimo. Nelle sere estive sono tutti in piazza di chiesa, o c'è una sagra, o c'è da raccontarsi qualcosa. Anni fa mi stava stretto, ne sono scappato. Ora  non saprei. So che sarebbe complicato tornare, so che resisterei massimo un mese e poi mi prenderebbe nuovamente quella voglia di scappare e andare ovunque. Ma ora manca.

Monte Arci è enorme. Ti accompagnerà assieme al Monti Ferru. Quest'ultimo lo lasci ad Abbasanta. Ah, la sosta. Per anni unico punto di ristoro nella 131, tappa obbligata per chiunque.

Si cambia, si prende la 131 originale, quella che in teoria collega Cagliari con Sassari. Si gira a Sud, e appena si lascia il Nuraghe Cristina, al primo scollinamento lo vedi. 

Il monte finale del viaggio, di fatto l'arrivo. Lo vedi prima in lontananza, un panettone nella foschia.

Poi, passata Oristano, eccolo. Sua Maestà  Arcuentu. E' piccolo in realtà, appena supera la soglia per essere definito monte. In un oretta sei in cima. Ma da lassù vedi tutto. Da Buggerru a Bosa, tutte le singole spiagge. I paesi sotto, la città e il porto di Oristano, Marceddì e gli stagni di Cabras e Santa Giusta. Si vedono Ales e la Giara, quel tavoliere enorme che meriterebbe maggior pubblicità e invece come tante altre zone nei dintorni è relegato al nulla. Nelle giornatee limpide si vede anche il golfo di Cagliari e volendo continuare con i monti anche il Sette Fratelli e il Linas. 

Allora lasci la 131. La ritroverai fra due settimane scarse e stavoltà non sarà un "ben trovato" a tutte le tappe, ma un "arrivederci".


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