Nessuna riflessione profonda sul senso della vita, nessuna rievocazione della Bologna degli anni 70/80, nessun episodio vissuto da cui prendere spunto per una eventuale divagazione psichedelico sull’uso di sostanze più o meno "leggere", più o meno "proibite", più o meno liberatorie.

Solo piccoli scatti stavolta nei Frames di Graziano Cernoia, al secolo e per il popolo degli animali da palco e sottopalco Uazza. Attimi, raccattati durante un qualche day-off in giro per l’Europa, rievocati sicuramente fra uno spino tenuto fra i denti e due stivali neri appoggiati su qualche divano, sognati con la testa sul trolley e il culo mollemente adagiato su una scomoda poltroncina di aeroporto. Magari la mattina all’alba, o a notte molto fonda. Il che direi che è la stessa cosa.

Senza la pretesa di voler insegnare niente a nessuno, Graziano ha la capacità di prenderti a schiaffi ogni volta con le sue pagine. Sottoscritto compreso, fintamente a suo agio in un sistema moderno che aliena l’uomo dalle sue sensazioni. Lui, "veracemente" cosciente invece che l’uomo anelerebbe a tutt’altro, "fotografa" gli attimi. Suoi e di chi lo circonda. "Finti amici" (bisogna dargli atto che ha una ragione tremenda in questo caso), meno spesso compagni(di vita, non di mera politica) sorgono da questi frames, per ricordarci che siamo tutti dei fantasmi, vero, ma "in potenza" molto di più.

Herman Hesse scriveva:

"Il viandante è, sotto molti aspetti, un uomo primitivo, così come il nomade è più primitivo del contadino. Tuttavia il superamente della sedentarietà ed il disprezzo per i confini fanno di gente del mio tipo degli alfieri del futuro. Se esistessero molti uomini nei quali fosse cos’ radicato come lo è in me il disprezzo per i confini nazionali, allora non ci sarebbero più guerre nè blocchi. Nietne è più odioso dei confini, niente è più stupido. Essi sono come cannoni, come generali: sino a quando ragione, senso di umanità e pace dominano,non se ne ha sentore e di loro si ride, – ma non appena guerra e follia divampano essi divengono importanti e sacri. Quanta angustia e tormento hannoo procurato a noi viandanti gli anni della guerra!Che il diavolo se li porti!"

Due Guerre ufficialmente mondiali, innumerevoli passate come "necessarie", "preventive" o cazzate simili. Un sistema economico che si sta ritorcendo su di esso e Graziano scrive, nella sua forma, le stesse cose che scriveva Hesse.

E il mondo continua a non accorgersi di queste parole.

 

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